I popoli slavi meridionali in generale non appaiono particolarmente sensibili alla questione del politicamente corretto. Non sono pochi, infatti, gli episodi della storia recente del mondo balcanico occidentale (dalle guerre dei primi anni Novanta ai diversi gay pride svoltisi in un clima di forte tensione talvolta sfociata in atti di vera e propria guerriglia urbana) che evidenziano sentimenti di scarsa tolleranza nei confronti del diverso. Inoltre, gli slavi del sud tendono a essere molto diretti e poco diplomatici nell’espressione verbale, per cui non è infrequente sentirli parlare apertamente e in maniera poco edulcorata di quegli elementi di diversità che fanno fatica ad accettare. Tali tendenze sono riscontrabili, oltre che in riferimento alle differenze legate all’appartenenza etnica e religiosa, anche nei comportamenti linguistici frequentemente adottati nell’affrontare il tema dell’omosessualità e nel denominare certe professioni comunemente ritenute umili. Le società balcaniche sono generalmente conservative e legate a un’idea tradizionalista della famiglia: di conseguenza, i giudizi nei confronti degli omosessuali appaiono non di rado perentori e severi, in maniera del tutto conforme alla comune tendenza dei popoli slavi a essere diretti nell’espressione verbale. Il ricorso a termini poco politically correct è frequentemente riscontrabile anche nel modo in cui vengono denominati certi mestieri tradizionalmente umili: espressioni quali “operatore ecologico” vengono spesso percepite nel mondo balcanico occidentale come inutili giri di parole utilizzati per definire figure professionali per le quali esistono già termini precisi che tuttavia agli occhi di uno straniero potrebbero risultare ruvidi e poco garbati (il succitato “operatore ecologico”, per esempio, viene comunemente chiamato smetlar, dal termine smece, che significa “spazzatura”). Va comunque rilevato come in alcune regioni dell’area balcanica, come la Vojvodina, l’Istria e il Quarnero, e in certe città dall’anima fortemente tollerante come Sarajevo, si notino comportamenti generalmente improntati a una maggiore attenzione alla “correttezza politica” rispetto a quanto non accada comunemente nel mondo slavo meridionale.
(Cavaliere S.)