Politicamente corretto/scorretto

In Brasile, proprio per il carattere compositivo e inclusivo dell’identità di questa nazione, le tematiche razziali e religiose, di violenza e disuguaglianza sociale sono affrontate con cautela e spesso verbalmente mascherate; lo sforzo di inclusione democratica che si sta portando avanti nel paese (ben sintetizzato dallo slogan del governo federale: “Brasil, un país de todos”, cioè “Brasile, un paese di tutti”) si scontra senz’altro con una situazione reale che agli occhi di un italiano è tutt’altro che democratica, ma si tende a evitare di affrontare in modo diretto questo tipo di problema. Soprattutto per quanto concerne la questione razziale, spesso si invoca la lunga storia del meticciato brasiliano e la forte presenza di afrobrasiliani e di componenti etniche di ogni genere per affermare che il razzismo non esiste, ma di fatto l’identità etnica (il colore della pelle, visto che ormai la vera e propria diversità etnica in Brasile non esiste) spesso si associa a una condizione sociale, che è a sua volta oggetto di discriminazione, e determina una eventuale partecipazione politica attiva.

Per quanto riguarda le professioni, c’è un grande rispetto per il lavoro di ciascuno e, sebbene esistano degli eufemismi per certe professioni, ciò è piuttosto riflesso di un atteggiamento affettuoso nei confronti di tali figure. In particolare, la domestica (figura molto più diffusa in Brasile che in Italia) da alcuni è chiamata “secretária do lar” (alla lettera, “segretaria del focolare”), ma va considerato che spesso tra la padrona di casa e la domestica c’è un rapporto quasi familiare, di grande rispetto e spesso di vero e proprio affetto. Il problema riguarda piuttosto chi si trova ai margini del lavoro formale e deve ricorrere a espedienti per sopravvivere, inventandosi una professione non propriamente codificata.

In ambito religioso, in generale c’è una grande tolleranza nei confronti di qualsiasi professione di fede, ma un’eccezione di rilievo è costituita da alcuni gruppi protestanti, con forte spirito evangelizzatore (spesso predicano per strada o addirittura sugli autobus), che dimostrano una certa intransigenza nei confronti dell’eclettismo che di solito caratterizza la religiosità brasiliana. Al contempo, la fondazione di “chiese” di matrice evangelica coinvolte in scandali di appropriazione indebita di denaro ha portato a una certa diffidenza, malcelata, nei confronti di chi si avvicina a tale culto.

(Castagna V.)