Argomenti e lessico

Sempre in parte per ragioni legate alla loro riservatezza,con i conoscenti  i tedescofoni amano moltissimo il cosiddetto small talk, cioè il parlare, o meglio chiacchierare, di argomenti poco importanti, di carattere generale, come il meteo, i pettegolezzi, notizie del giorno ecc. per rompere il ghiaccio, per coprire l’imbarazzo e il disagio del silenzio tra due persone che non sono strettamente legate.
(M. Dalla Vecchia)

Rientrando a casa o quando non ci si veda da diverso tempo, non ci si stupirà di sentire un Na? (Allora?), così come è assolutamente usuale sentire la frase “Wie war dein Tag?” (Com’è andata la giornata?), senza necessariamente poi soffermarvisi troppo, ma al solo scopo di manifestare premura e attenzione nei confronti dell’interlocutore.
Fondamentale è poi l’atto del ringraziare (Danke!), seguito da un immancabile Prego (Bitte!). Parimenti importante è pronunciare la parola Gesundheit!, se il nostro interlocutore ha starnutito.
Quando si tratta un argomento specifico, può forse sulle prime stupire (e talvolta infastidire), l’indiscriminata attitudine ad essere diretti e mirare all’obiettivo dell’evento comunicativo. Laddove un italofono tenderebbe ad usare delle perifrasi o comunque ad edulcorare il messaggio, soprattutto se ‘scomodo’, un tedescofono lo veicolerebbe nel modo più essenziale e chiaro possibile. La capacità di essere diretti e arrivare direttamente al punto della questione è sinonimo di onestà per la cultura tedesca, non di mancanza di tatto.
(De Luca)

GENDERN:

Uno dei problemi lessicali con cui tutti prima o poi devono confrontarsi in Germania è il cosiddetto gendern, cioè i testi scritti per rispettare sia il genere maschile sia il genere femminile. Nel linguaggio burocratico, ma anche in tutte le situazioni ufficiali sia scritte sia orali, è infatti considerato scortese e contro l’etichetta usare il genere maschile per intendere sia il maschile sia il femminile. Il capo di un’azienda che parla ad un’assemblea davanti ai suoi dipendenti non dirà Liebe Mitarbeiter (cari dipendenti), ma Liebe Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter (“care dipendenti e cari dipendenti”) e starà attento a mettere il femminile sempre davanti al maschile. Nel mondo burocratico l’uso di un linguaggio che non discrimini i generi è frequentissimo e in alcuni Bundesländer della Germania è addirittura obbligatorio per legge (a Berlino ad esempio lo è dal 1991). Anche in Austria e nella Svizzera tedesca l’uso di formulazioni non discriminanti è molto importante e l’Austria nel 2011 ha addirittura cambiato per legge il testo del proprio inno nazionale (“Heimat bist du großer Söhne“ è diventato „Heimat großer Töchter, Söhne”).
Oggi esistono vari modi di “gendrizzare” un testo, oltre all’uso di due termini (Die Lehrerinnen und Lehrer dieser Schule…), come ad esempio der/die Kollege/in oppure con l’uso della I maiuscola all’interno di parola (die StudentInnen” cioè “gli studenti e le studentesse”). Questi testi risultano spesso stilisticamente brutti e la presenza di queste forme li rende ancora più difficili da leggere, quindi negli ultimi anni si è sviluppato un uso non corretto delle forme sostantivate del participio presente come die Studierenden (“gli e le studianti”). Sempre più linguisti criticano però il fatto che questa variante non sia corretta, perché indica una persona che sta concretamente facendo un’azione (nel nostro caso studiare).

(Eva Schmidt-Schenetti)