Famiglia

In Sudan la famiglia è un elemento fondante delle dinamiche societarie e relazionali.

Essa può essere considerata solo la punta manifesta di un iceberg che invece nasconde una stratificazione sociale più articolata che si declina in clan, tribù ed etnie. Tale stratificazione talvolta innesca confronti basati appunto sull’essere parte dello stesso gruppo o meno.

La “questione tribale” in Sudan è molto sentita. Arabi e africani, nordisti e sudisti, sudanesi dell’est e dell’ovest, musulmani e non musulmani, autoctoni stanziali e nomadi: tutte espressioni di diversità ed alterità (pensiamo alle decine di dialetti e di lingue compiute) che si riflettono sulla composizione finale di una famiglia.

Un primo elemento ci porterà a notare come in Sudan convivano armonicamente tutte e due le interpretazioni di famiglia sopra citata (ristretta e allargata). Una famiglia di sangue si distingue come tale, ma ad essa si giustappone indubbiamente un concetto più comune di famiglia allargata che includerà nei parenti anche i non consanguinei, che a loro volta diventano parte di una famiglia in senso più ampio con il diritto a godere dei benefici connessi all’appartenenza.

Basta osservare le centinaia di invitati ai matrimoni sudanesi per capire quanto il concetto di famiglia sia multi-inclusivo. O ancora, si noterà con chiarezza quanto al concetto di famiglia allargata si giustapponga la convivenza multifamiliare sotto lo stesso tetto, in grandi case, magari su più piani, ognuno con i propri spazi ma anche con aree condivise.

La famiglia sudanese, come del resto si osservava sino a qualche decade orsono soprattutto nell’Italia meridionale, è indubbiamente caratterizzata da una forte impronta maschile (e patriarcale). Il nonno, il papà, poi il primogenito sono assi fondanti sui quali ruota il resto del gruppo. Rispetto per gli anziani, ruolo guida della figura maschile, aspettative di trasmissione del sapere paterno al primogenito: sono tutti elementi che delineano una famiglia che in Sudan ha un suo carattere predominante nella figura del maschio, elemento propulsivo.

Anche la figura femminile incarna un ruolo fondamentale, e non certo di ripiego, in quanto custode dell’armonia, dell’unione, dell’inclusione evolutiva, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Nelle parole di un informant locale “sia dentro che fuori casa, sarà difficile trovare uomini sudanesi che urlano nei confronti delle loro donne, e tanto meno che su di esse alzino le mani”.

Rispetto ad altri paesi musulmani, la figura della donna in Sudan appare maggiormente emancipata. Vi è in generale un effettivo rispetto per la figura femminile che, talvolta (anche se in misura piuttosto ridotta rispetto al genere maschile) ricopre posizioni apicali in ambito lavorativo anche se sono eccezioni in uno scenario come detto caratterizzato dalle figure maschili. Nonostante questa situazione, il trend sudanese sembra comunque più orientato a trovare dei punti d’incontro con l’evoluzione e la crescita della figura femminile in altre parti del mondo.

Come detto, la famiglia incardina la struttura portante della società sudanese.

È attraverso il contatto allargato ed una possibile scoperta di parentele alla lontana che un sudanese cercherà la soluzione di un problema, o investirà di una questione un altro interlocutore. A detta di un informant locale, il sudanese, prima di affrontare da solo una questione spinosa, “chiede aiuto a chi conosce nella rete familiare”.