Mosse comunicative

Mosse up:

Le mosse up in India sono strettamente connesse alla forte gerarchizzazione della società: mostrare rispetto utilizzando la forma onorifica –ji dopo il nome o la carica della persona alla quale ci rivolgiamo è certamente up. E’ up annuire e mostrare interesse e consenso, anche in maniera visibile e ripetuta, utilizzare un tono di voce deciso – anche se cortese – e autorevole quando ci si rivolge ai sottoposti, più morbido e deferente con i superiori, essere estremamente ospitali e accoglienti con gli ospiti, fare complimenti per il cibo, la casa, l’ospitalità nel caso in cui si sia invitati a casa di qualcuno. Infine, mostrare interesse per l’India, la sua cultura  -festività, tradizioni, storia, letteratura, cucina, arte, bellezze naturali ecc.- e la sua lingua – imparare qualche frase di saluto, ringraziamento, presentazione – è una mossa sempre vincente.

Mosse down:

Una mossa down che gli occidentali compiono costantemente in India è quella di arrabbiarsi e perdere le staffe, esternandolo verbalmente, alzando la voce, diventando paonazzi e gesticolando: con gli indiani non ha alcun effetto. L’effetto che un’arrabbiatura e conseguente perdita di controllo ha su un indiano è, mediamente, quello di divertirlo o, al massimo, lasciarlo indifferente. Occorre sempre tenere conto del ruolo sociale della persona che abbiamo davanti: in presenza di persone che ricoprano un ruolo gerarchicamente elevato – specialmente in ambienti amministrativi o politici – parlare troppo, per primi o in un modo che non metta nella giusta evidenza l’importanza dell’interlocutore è decisamente una mossa down, che può compromettere seriamente la comunicazione. Per donne, in particolar modo, parlare troppo e per prime è una mossa down.

Sono mosse down anche: contraddire o correggere apertamente un superiore, dare un no secco come risposta ad una domanda o ad una richiesta, utilizzare il turpiloquio, ringraziare le persone per cose che sono tenute a fare (es. il cameriere che ci serve, il portiere che apre la porta, il tassista che ci porta a destinazione). Il ringraziamento continuo, così come il saluto quando si entra ed esce da un negozio, non sono propriamente mosse down, ma lo diventano quando ci aspettiamo che gli altri facciano altrettanto: come già detto, gli indiani non usano ringraziare come facciamo noi italiani e non salutano a meno che la situazione, iniziale o conclusa, non si caratterizzi come un incontro vero e proprio o una visita.

Gli indiani hanno il senso dell’umorismo e amano gli scherzi e le prese in giro: tuttavia, uno scherzo al momento sbagliato – davanti ad estranei o superiori – o ad una persona che non conosciamo a sufficienza, può risultare motivo di tensione. E’ dunque preferibile astenersi dal fare battute o ironizzare se non si ha una conoscenza più che buona di quelli che potrebbero essere temi, toni o atteggiamenti che potrebbero indisporre il nostro interlocutore.

Anche i complimenti diretti da parte degli uomini alle donne, anche se riportati ai mariti, figli o padri, sono da evitare assolutamente, in quanto risulterebbero offensivi, se non oltraggiosi. Che le donne facciano apprezzamenti in pubblico sugli uomini non è contemplato.

(Betto M.)