Non ci sono problemi legati all’offerta di cibo, alcolici e sigarette: in Serbia questi prodotti si offrono anche in occasioni formali. I convenevoli non sono particolarmente graditi. Se si riceve in dono una bottiglia di cognac o di whisky va accettata subito di buon grado. Gli alcolici vengono spesso offerti in occasione dei brindisi, che scandiscono il corso di qualsiasi evento conviviale serbo. Normalmente il superalcolico viene bevuto come primo brindisi di apertura, mai in chiusura come digestivo. Secondo la tradizione bisognerebbe aprire con un’acquavite o un distillato di frutta (rakija). La grappa viene bevuta anche durante le portate, similmente alla vodka in Russia, ma in quantità decisamente inferiore e mai tutta di un fiato. Altri brindisi nel corso del pranzo o della cena possono seguire con la birra (molto diffusa) e il vino, la cui crescente popolarità è anche legata a questioni di status. Il rifiuto di bere alcolici è bene giustificarlo con serie motivazioni come problemi di salute o convinzioni religiose, altrimenti può essere interpretato come un segno di scortesia e di poca virilità per un uomo. Il rifiuto è meno problematico per le donne. Si sta tuttavia diffondendo una cultura molto più flessibile in tema di abitudini nel consumo di bevande alcoliche, sia nella vita quotidiana dei serbi che negli ambiti di lavoro più internazionalizzati.
Il fumo è generalmente più tollerato che in Italia. Nei locali pubblici si può fumare. Le aree fumatori e non fumatori spesso sono ambienti poco o per nulla separati, per cui non c’è molta differenza. Le campagne contro il tabagismo sono sempre più diffuse, ma la cultura del fumo è ancora molto forte, anche tra le donne.
Cittadini di religione mussulmana. La popolazione mussulmana, in Serbia come nel resto dei Balcani, ha alcuni punti in contatto con la cultura urbana laica delle grandi città turche o della vicina Bosnia, per cui gli alcolici non sono generalmente un tabù e vengono consumati. Prima di regalare dell’alcol a un mussulmano è comunque bene sapere prima le sue abitudini a riguardo.
(Guglielmi L.)