Corpo

Anche gli indiani gesticolano. Meno degli italiani, ma gesticolano. Le braccia e le mani sono ampiamente utilizzate, specialmente nei contesti meno occidentalizzati (laddove per occidente si intende il modello anglo-americano). Senza entrare nel dettaglio dei singoli gesti e dei loro significati, è importante dire che la mano destra e la mano sinistra si caratterizzano e si utilizzano in modo assai diverso e che alcune azioni sono riservate all’una, ed altre -diametralmente opposte -, all’altra. La mano destra è la mano “pura”, che si utilizza per portare il cibo alla bocca (nei contesti nei quali non si utilizzino le posate), per porgere il denaro al momento di un pagamento, per passare un oggetto. La mano sinistra, pur ovviamente utilizzata nel compiere le azioni quotidiane più disparate, è connotata da “impurità” poiché è la mano con la quale ci si lava dopo aver espletato i propri bisogni naturali. Come accennato prima, nel porgere un oggetto e volendolo fare in maniera educata e rispettosa, si utilizzerà la mano destra, mentre la sinistra poggerà sull’avambraccio destro. In generale, braccia e mani, pur coinvolte nella comunicazione, rimangono vicine al corpo e il contatto fisico è evitato specialmente tra uomo e donna (eccetto nei casi di parenti stretti, marito e figli).

Una peculiarità che spesso lascia perplesso il visitatore occidentale è l’abitudine degli uomini indiani di tenersi per mano e cingersi la vita con un braccio mentre camminano per la strada o chiacchierano: non si tratta di effusioni amorose, quanto piuttosto di un semplice gesto di affetto tra amici.

Gesto fondamentale compiuto dalle mani è quello del saluto: anjali. I palmi delle mani si congiungono all’altezza del cuore e il saluto, all’incontro o al momento del commiato, avviene senza contatto fisico alcuno con l’interlocutore. Nonostante in ambiente business sia oramai entrata in voga la classica stretta di mano – ma spesso alle donne viene comunque riservato il saluto tradizionale per evitare un contatto che potrebbe risultare imbarazzante – conoscere questa modalità di saluto potrà essere utile: dimostrerà chiaramente la volontà di entrare in contatto con la cultura del luogo e la capacità di saper cogliere le differenze.

Il corpo ha una valenza importantissima in India: è il mezzo attraverso il quale gli esseri entrano in contatto con il mondo e, allo stesso tempo, è il mezzo grazie l’agire (o il non agire) del quale ne possono uscire senza fare ritorno (si veda la dottrina induista che pone come fine supremamente desiderabile l’uscita dal ciclo delle rinascite e la liberazione). Il corpo è dunque curato, lavato, nutrito e trattato con il maggior riguardo possibile e non viene tradizionalmente considerato come “staccato” o “altro” rispetto all’animo o alla parte intellettuale ed emotiva di ciascuno. Il controllo e la disciplina del corpo, di conseguenza, sono importanti tanto quanto quelli della mente (yoga).

Pur nella sua importanza, il corpo per essere mantenuto in buona salute e in uno stato di purezza auspicabile dovrebbe venire in contatto con il minor numero di “interferenze” possibili: nonostante la costante folla e l’umanità onnipresente, gli indiani evitano il contatto fisico – specialmente con gli estranei – e spesso, nel caso in cui un contatto accidentale avvenga, si scusano sfiorandosi all’altezza del cuore con le dita della mano destra.

Il corpo, in particolare quello delle donne, è percepito come “potente e vulnerabile” allo stesso tempo. Come tale va contenuto e protetto, coprendolo con vesti adeguate e mantenendo un contegno decoroso.

Quanto alle gambe: vengono coperte sia dalle donne che dagli uomini. In molti casi costituiscono un importantissimo mezzo di trasporto anche per lunghe distanze. Non si connotano di particolari significati culturali proprio perché si vedono poco. Al contrario, i piedi sono molto spesso in vista: sia perché le calzature più diffuse sono sandali e infradito di gomma -da evitare, specialmente da parte degli uomini, in contesti formali di lavoro -, sia perché entrando in un’abitazione e in molti negozi – specialmente in contesto extra-urbano – le scarpe vengono lasciate sull’uscio. In questi contesti seduti spesso per terra, a gambe incrociate, o su cuscini o bassi divani, non è raro che mentre si conversa ci si tocchi i piedi: ciò non è considerato un gesto sconveniente, quanto piuttosto la naturale conseguenza dell’essere scalzi.

Da evitare nel modo più assoluto la posizione seduta con le gambe diritte e tese davanti a sé: in tal modo la pianta dei piedi andrebbe irrispettosamente a puntare direttamente contro qualcuna delle persone sedute con noi. I piedi, pur preziosi in quanto base del corpo e indispensabili al movimento, si connotano di impurità: va evitato ogni contatto dei piedi con simboli sacri, libri e aree della casa e del tempio dedicati al culto. Entrando in un mandir (tempio hindu)- o in una moschea, occorrerà ricordarsi sempre di togliere le scarpe e lasciarle all’ingresso dove saranno prese in custodia in cambio di poche rupie.

(Betto M.)