Politicamente corretto/scorretto

In Perù si registrano tendenze discriminatorie velate, implicite, anche se ritenute quasi scontate. Ci sono discriminazioni rispetto alle differenze di colore, etniche, in particolare nei confronti delle popolazioni andine; generalmente sono i discendenti di europei a occupare posizioni di prestigio.
Un altro tipo di discriminazione riguarda l’orientamento sessuale, anche se è meno percepibile nella capitale, e, nonostante gli sforzi per consolidare pari opportunità tra i sessi, si riscontra ancora un certo maschilismo: per esempio, spesso le condizioni di lavoro di una donna non sono le stesse di quelle di un uomo.
A livello professionale, vengono discriminate alcune tipologie lavorative (domestiche, netturbini ecc.), compresa quella della casalinga, che viene considerata alla stregua di una colf.
Non ci sono invece discriminazioni di matrice religiosa. Se da un lato il 90% dei peruviani si dichiara cattolico (la religione cattolica è religione di stato), dall’altro c’è una grande apertura nei confronti di tutte le religioni e la professione di fede non influisce sul dibattito aperto su temi come la sessualità, l’AIDS ecc.
(Castagna V.)