Riunione aziendale/di lavoro

Formale e informale in ambito lavorativo

Come rivolgersi all’interlocutore?

Il modo corretto di rivolgersi a una persona è con gospodin/gospođa (signor/signora) – o profesor/profesorka/profesorica (professore-professoressa) in campo universitario o se il partner ha un titolo universitario di questo livello esplicitato sul biglietto da visita – seguito dal congnome e dai verbi coniugati alla seconda plurale, dando del “Voi” (come in francese e in altre lingue), se decidiamo di abbozzare qualche frase in serbo. Il titolo di Dottore/Dottoressa non è tenuto in considerazione per la sola laurea, tranne nel caso di professione sanitaria e di “dottore di ricerca”. Inoltre è possibile, quando si entra in maggiore confidenza, usare il signor/signora o prof./prof.ssa seguito dal nome della persona anziché dal cognome, ma sempre usando il Voi. Tra amici, quando c’è un rapporto di confidenza, ci si chiama per nome usando quasi sempre il diminutivo; il nome si accorcia in modo direttamente proporzionale all’intensità del rapporto che abbiamo con l’interlocutore, un esempio: Aleksandra diventa Saška o Sanja (diminutivo). A volte il diminutivo non esclude l’uso del Voi, perché con la persona anziana può essere un modo per evidenziare una maggiore confidenza e mantenere al contempo il rispetto. L’uso del Voi si può mantenere anche tra persone che lavorano per anni nello stesso ufficio, anche se i rapporti sono stretti e buoni. Può capitare che anche tra colleghi universitari ci sia l’uso del Voi, così come da parte di giovani e adolescenti per rivolgersi a soggetti poco più anziani oppure quando a una piccola differenza di età si aggiunge anche la percezione di diversità nello status sociale, economico, culturale.

È possibile darsi del “tu”?

Generalmente il passaggio al “tu” è proposto dal più anziano ma è comunque sempre preferibile lasciare l’iniziativa al nostro partner straniero. Molto spesso, se fra due persone c’è disuguaglianza di status, chi occupa la posizione di maggior rilievo rivolgersi con il “tu” all’interlocutore, il qual però deve rispondere continuando a usare la forma di cortesia. Quest’ultima regola è chiaramente un implicito e non è sempre immediatamente comprensibile a noi italiani.

Parlare d’affari..

Un incontro d’affari, se le due parti non si conoscono già, inizia con lo scambio dei biglietti da visita.
Nell’ambito del business non si dedica mai molto tempo ai convenevoli. Se il partner è straniero, chi lo riceve si interesserà al suo viaggio e alla sua sistemazione, potrà forse capitare che venga fatto qualche apprezzamento sull’Italia, ma il “rompighiaccio” dura generalmente pochi minuti. A differenza del nostro sistema aziendale, spesso un poco spartano, a chi viene accolto presso aziende e istituzioni serbe viene sempre offerto in segno di benvenuto qualcosa di analcolico come caffè, tè, succo e acqua minerale. Il passaggio dai convenevoli ai discorsi relativi al lavoro è proposto da chi occupa la posizione gerarchicamente superiore. Le reciproche interruzioni non sono assolutamente ammesse, tranne in rari casi e sempre presentando le dovute scuse e cercando il momento opportuno del discorso. L’abitudine italiana di parlarsi addosso non viene apprezzata.
Nell’ambito delle trattative le pause troppo lunghe non sono considerate positive, ma indice di incertezza e mancanza di carattere. La conclusione di un incontro d’affari è segnalata dal superiore dal punto di vista gerarchico della parte ricevente, che riassume brevemente il contenuto degli accordi, pronuncia qualche frase di congedo e si alza.
In una riunione d’affari serba la gerarchia è evidenziata sia dal fatto che il capo entra per primo, prende la parola e viene riverito da tutti, sia dai posti a sedere. Chi decide siede al posto di capotavola, affiancato dai collaboratori. Ci può essere l’abitudine di coinvolgere alle riunioni d’affari anche persone dal peso decisionale piuttosto scarso, ragion per cui è importante individuare fin da subito quali sono le persone davvero importanti nelle dinamiche delle decisioni.

Come comportarsi?

Un incontro d’affari, se le due parti non si conoscono già, inizia con lo scambio dei biglietti da visita. Il ricorso a storielle e aneddoti per rilassare la situazione durante una riunione d’affari è possibile, ma può essere anche visto come una ruffianeria.
Il tempo viene gestito in modo concreto e la sintesi è una dote molto apprezzata. E’ preferibile attenersi all’ordine del giorno, ma non manca l’elasticità nel caso di imprevisti.
Se c’è qualcosa che non va, il serbo non tende a dissentire nell’immediato, ma preferisce sottolineare i punti di forza per poi accennare, in modo cauto ma sempre diretto, a quello che non va. Il parlare al condizionale e al periodo ipotetico è infatti molto diffuso. Si cerca sempre di evitare la conflittualità. Anche se il nostro atteggiamento animato nei paesi slavi è simpaticamente visto come una caratteristica dell’italianità, è preferibile sottolineare il proprio parere con pacatezza e ascoltare gli altri senza interromperli. L’esuberanza italiana nel contesto lavorativo può diventare invadente e antipatica.

(Guglielmi L.)