In generale i brasiliani hanno un senso del tempo piuttosto dilatato e rilassato. Distinguono tra tempo informale (quello della vita privata) e tempo formale (quello degli impegni lavorativi), ma in modo meno marcato rispetto a un italiano e, sebbene siano relativamente puntuali al lavoro, quando si tratta di altri impegni rispettano molto meno l’orario. La puntualità è tutt’altro che un’ossessione e, per quanto essa sia apprezzata, un eventuale ritardo non viene percepito come una mancanza di rispetto. Spesso, peraltro, si instaura un meccanismo un po’ perverso: dal momento che tutti sono sempre in ritardo, rispettare perfettamente una scadenza o un orario implica poi perdere il proprio tempo in attesa che gli altri arrivino; ciò finisce per demotivare chi invece vorrebbe essere sempre puntuale.
Nella quotidianità i brasiliani vedono gli italiani come abbastanza simili a loro, ma sono senz’altro più lenti e ritardatari e, in ambito lavorativo, vedono gli italiani come un po’ esagerati e troppo ansiosi. Spesso si stupiscono di come gli italiani utilizzino il tempo: dal loro punto di vista, in Italia si lavora troppo, si dorme troppo poco, si dedica poco tempo alle pause e si trascurano i rapporti interpersonali; inoltre, si vive troppo in funzione del futuro, mentre, in genere, per i brasiliani, a parte in ambito lavorativo, il termine temporale di riferimento sono le ventiquattro ore di una giornata.
La concezione del tempo, però, all’interno dello stesso Brasile, può variare in misura non trascurabile. Infatti, una prima distinzione contrappone il centro-sud del paese (che si considera più “europeo” ed efficiente) al nord, i cui ritmi più rilassati hanno portato alla creazione di un vero e proprio stereotipo, tanto che si dice che a Salvador de Bahia ci si mette dieci minuti anche a morire di infarto. Nel Nordest, di fatto, se si intende dare inizio a un evento importante alle 9.00, sull’invito si indicherà come orario di inizio 8.30, se non addirittura 8.00: il ritardo è quasi istituzionalizzato. Ma anche due metropoli piuttosto vicine come San Paolo e Rio de Janeiro (centro-sud del paese) si contrappongono secondo una visione che addita San Paolo come città d’affari e stacanovismo e Rio de Janeiro come luogo di svago e rilassatezza. La concezione del tempo però è ben più variegata e si può forse affermare che l’unico stato in Brasile in cui “il tempo è denaro” è San Paolo, che non a caso è lo stato economicamente più forte di tutta l’America Latina.
Il Brasile è il paese latinoamericano la cui popolazione è più fiduciosa rispetto al futuro. Questa fiducia è spesso irrazionale e non si lega affatto a una programmazione del tempo e delle cose (che da alcuni è considerata un atteggiamento addirittura arrogante) e ci si affida spesso alla convinzione che alla fine tutto si risolverà, in qualche modo.
Tempo formale:
Essendo la distinzione tra tempo formale e tempo informale piuttosto labile, anche in ambito professionale la puntualità (che pure viene perseguita) è meno rigorosa che in Italia, pur con delle distinzioni geografico-culturali all’interno dello stesso Brasile. Per quanto “europei” si sentano, anche i brasiliani del centro-sud in realtà hanno una concezione del tempo molto meno rigida di quella veneta; per esempio in ambito accademico è normale iniziare una conferenza con oltre mezz’ora di ritardo e difficilmente la parte di pubblico che è arrivata puntuale si sorprenderà o protesterà per questo. Analogamente, attendere di essere ricevuti a un appuntamento non va inteso necessariamente nel senso italiano del “fare anticamera”, perlomeno entro certi limiti, dal momento che la percezione del tempo è molto più elastica e rilassata. L’impazienza nei confronti di un ritardo che non superi la mezz’ora verrà interpretata come indice di stress e di brutto carattere. Fa eccezione esclusivamente il mondo imprenditoriale più avanzato, poiché gli uomini d’affari, soprattutto se abituati agli scambi internazionali, sono molto più attenti alla puntualità e a non sprecare il proprio tempo e quello di un possibile partner.
Tempo informale:
I brasiliani hanno una concezione del tempo piuttosto rilassata, soprattutto nella vita privata. Spesso il tempo non è percepito come una successione di scansioni (giorni, ore, minuti, secondi…), bensì come una sequenza di eventi, di fatti. Nella quotidianità il tempo viene vissuto senza stress di alcun genere e non è raro che non ci siano orari fissi per la routine (come il pranzo o la cena). Il ritardo è ben tollerato nella vita privata.
Il tempo privato è inviolabile e ci sono dei momenti istituzionalizzati di festa che non possono essere intaccati dalla prassi lavorativa. Uno di questi è rappresentato dalla settimana del Carnevale (è celebre quello di Rio, ma le celebrazioni in grande stile avvengono in tutto il Paese); quindi si sconsiglia di programmare un viaggio d’affari in quella settimana o quella immediatamente successiva…
Tempo vuoto/silenzio:
In Brasile il silenzio è percepito come “tempo vuoto” e tende a creare disagio, o addirittura fastidio. Il silenzio in genere è considerato sintomo di distacco, di indifferenza, o manifestazione di qualcosa che non va.
Soprattutto in un momento di condivisione come a tavola, è normale parlare molto e dimostrare calore ed entusiasmo. Se un tema di conversazione si esaurisce, per evitare il silenzio qualcuno ne proporrà sicuramente di nuovi.
Può accadere perfino che il padrone di casa che ha visite, per evitare una situazione di silenzio (soprattutto se per qualche ragione non può dedicarsi subito al suo ospite) accenda la televisione per riempire il silenzio e far sentire il visitatore a proprio agio.
Anche in taxi, è frequente che il tassista brasiliano cerchi di riempire il silenzio facendo domande o commenti su qualcosa che possa coinvolgere il passeggero in una conversazione.
(Castagna V.)