Tra le mosse compiute da chi vuol prendere il controllo dell’evento va segnalato che qualora la relazione tra parlanti si caratterizzi come gerarchica, è consentito ordinare o proibire.
In Cina si tende a non utilizzare sfumature che attenuino la forza delle imposizioni anche se forti. A tal proposito Abbiati osserva: il ricorso sistematico a scuse e ringraziamenti, da noi ritenuto elementare norma di correttezza, tende ad essere piuttosto interpretato in Cina quale volontà di sottolineare una distanza, mentre sfrontato e arrogante è giudicato colui che non osserva la norma della deferenza (cfr. M. Abbiati 2008, Guida alla Lingua Cinese, Carocci, Roma).
Per evitare che sorgano conflitti, i cinesi sono soliti esplicitare, anche attraverso la gestione degli atti comunicativi, la distanza verticale (diversamente quindi dagli occidentali che tendono a sottolineare la distanza orizzontale). La lettura del contesto e in particolare la conoscenza delle relazioni gerarchiche esistenti al suo interno, sono fondamentali per il parlante cinese che attraverso il linguaggio dovrà riferirsi all’interlocutore gerarchicamente superiore o inferiore in modo da mettere in evidenza il suo status.
“Colui che nel dato contesto (di lavoro, familiare o altro) si trova in posizione subordinata parla “verso l’alto”, avvalendosi del linguaggio della deferenza, mentre colui che gode dello status più elevato parla “verso il basso”, scegliendo se utilizzare accorgimenti linguistici che attenuino le imposizioni o se, al contrario, far pesare la propria autorità e il proprio maggior potere, parlando in modo diretto ed esplicito, senza ricorso alcuno a modalità cortesi.”
(cfr. M. Abbiati 2008, Guida alla Lingua Cinese, Carocci, Roma)
La rispettosa condiscendenza nei confronti della volontà altrui e la modestia rivolta verso se stessi sono i due principali strumenti necessari ad evitare conflitti comunicativi in Cina. Cambiare argomento o rimandare è un tipico espediente atto ad abbassare i toni o evitare uno scontro che potrebbe compromettere i rapporti o il buon esito di una trattativa. È utilizzato quando ci si trova in un momento di impasse e si vuole evitare l’apertura di una discussione che inevitabilmente comprometterebbe i rapporti tra gli interlocutori.
(D’Annunzio B.)