Suono della voce

Tono:

Generalmente il tono della voce non è alto. Un tono di voce molto alto, che in Italia spesso denota partecipazione e coinvolgimento, può essere percepito come segno di aggressività. Al di fuori delle situazioni lavorative, invece, a un italiano può sembrare molto familiare una certa “caciara mediterranea”, nelle trattorie, nei locali, nei mercati e nelle abitazioni private. Dal punto di vista della percezione delle due lingue, per i serbi gli italiani “cantano”, mentre l’orecchio italiano percepisce le lingue slave come più “piatte” dal punto di vista intonativo e soltanto quando inizia ad apprenderle riesce a coglierne meglio le sfumature emotive. Tale percezione a volte può rivelarsi condizionante da un punto di vista psicologico, perché può generare nel parlante italiano l’impressione sbagliata di essere trattato con una certa freddezza o con tono minaccioso anche quando il serbo, per effetto di un transfer dalla propria lingua, gli sta parlando in inglese o in un’altra lingua.

Velocità del parlato:

La velocità del parlato varia da persona a persona. Di solito lo straniero che accenna anche solo qualche parola in serbo viene molto apprezzato e gli interlocutori madrelingua manifestano forte empatia verso l’apprendente, modificando l’eloquio e venendo incontro.

Sovrapporre le voci, parlarsi sopra, interrompersi:

Interrompere qualcuno mentre sta parlando senza chiedere “scusa se ti interrompo” e senza cogliere il momento opportuno è considerato segno di maleducazione. Naturalmente la posizione gerarchica ha una grande influenza, perché il leader è molto più autorizzato a interrompere i suoi subordinati, anche se generalmente viene fatto in modo autorevole ma non aggressivo. La coralità degli italiani, che sono abituati a parlarsi addosso l’un l’altro è vista con simpatia, ma non gradita nelle relazioni serbi-italiani. In ambito informale le interruzioni reciproche sono comunque più frequenti e maggiormente tollerate.

(Guglielmi L.)