Fair play, onestà, lealtà

Nel mondo slavo meridionale è generalmente possibile rilevare una certa dicotomia tra un ideale di onestà, ritenuto un valore a cui aspirare, e una realtà nella quale la corruzione, a detta dei nostri informant, rappresenta un grave problema che affligge diversi ambiti e aspetti della vita quotidiana. Nonostante la condanna dei comportamenti corruttivi risulti ampia, la gente sembrerebbe esprimere un giudizio più negativo nei confronti di chi intasca mazzette, specialmente se questi occupa una posizione gerarchicamente superiore nei rapporti di forza con l’interlocutore, rispetto a coloro che le elargiscono, ritenuti spesso vittime di un sistema malato e di prassi giudicate deprecabili alle quali però spesso risulta difficile sottrarsi. Al di là della questione delle tangenti, appare piuttosto diffusa tra la gente la sensazione che la risoluzione di problematiche di vario tipo nonché la possibilità di accedere in certi casi a determinati servizi od opportunità dipendano non di rado dalla conoscenza delle persone “giuste”.
Va infine ricordato che nell’area considerata risulta piuttosto comune l’abitudine di mostrare la propria gratitudine a chi si è interessato o si è messo a disposizione per favorire la soluzione di un problema (come l’accelerazione di una pratica burocratica) o per offrire un servizio non ufficialmente fornito (i conducenti degli autobus extraurbani accettano spesso piccoli pacchi a bordo da far recapitare a parenti o amici) attraverso l’elargizione di una piccola mancia o, più frequentemente, la presentazione di piccoli regali (spesso bevande, alcolici o prodotti culinari ma anche, soprattutto in Bosnia ed Erzegovina e Serbia, confezioni di caffè).

(Cavaliere S.)