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Regali - Mappa della comunicazione interculturale

Regali

Il regalo per il germanofono è sinonimo di creatività. La confezione del regalo sembrerebbe quasi essere il regalo stesso, tanto è originale, dettagliata, abbellita con fiocchi, nastrini, caramelle e palloncini colorati. In Italia si pensa, però, che tutta questa pomposità non corrisponda effettivamente al valore del regalo, che per i tedeschi spesso si rivela essere una scatola di cioccolatini. Ad ogni modo un regalo senza confezione non è apprezzato. Generalmente ai tedescofoni non fa piacere far sapere all’altro quanto si è speso tramite regalo di buoni o soldi, nonostante questi vengano richiesti in alcuni casi per comprare l’oggetto desiderato. Diversamente l’italiano si informerebbe sull’oggetto per poi, assieme agli amici, raccogliere i soldi per comprarlo direttamente.
(V. Paggioro)

(ATTENZIONE: OPINIONI DISCORDANTI SUI BUONI)
Forse più spesso che in Italia, in Germania si usa regalare buoni per comprare oggetti o altro o, in diverse circostanze (per esempio matrimoni, comunioni, cresime), si usa regalare direttamente dei soldi (spesso accompagnati da lettere o confezioni eleganti, oppure originali e divertenti). Di solito, in Italia, rispetto al buono si preferisce informarsi prima sull’oggetto desiderato per poi raccogliere, insieme agli amici, i soldi per comprarlo direttamente. Anche in Italia, comunque, avviene sempre più spesso che, in occasione di eventi come matrimoni o lauree, sia gradito un regalo in forma di denaro.
Mentre in Italia talvolta (per tradizione o per questione di superstizione) risultano poco graditi alcuni regali (per esempio oggetti taglienti o appuntiti, fazzoletti, crisantemi ecc.) e quindi vengono evitati, in Germania in genere si hanno meno restrizioni quando si regala qualcosa.
Non sempre i tedeschi aprono i regali al momento di riceverli, talvolta infatti ringraziano solamente e li mettono da parte per poi aprirli a casa, con calma. Gli italiani, invece, solitamente scartano subito i regali ricevuti, davanti alla persona che glieli ha portati, poiché non aprirli subito è considerato in genere una scortesia
(Famoso Chiara)