In tedesco esiste un detto che ben riassume il rapporto con il denaro: “Wer den Kreuzer nicht ehrt, ist des Talers nicht wert“. Potremmo renderlo oggi con l’espressione “chi non dà valore al centesimo, non merita l’euro”.
(Michela Dalla Vecchia)
“Über Geld spricht man nicht, man hat es”: non si parla di denaro, lo si possiede, recita un altro detto tedesco. Un modo molto sintetico per spiegare il rapporto dei tedeschi con i soldi. Non è disdicevole guadagnarli, possibilmente tanti, ma è meglio non esibirli e tantomeno è opportuno non parlarne in pubblico. Il tema denaro, infatti, è tabù. Durante una conversazione a tavola con gli amici o in ufficio con i colleghi appare estremamente scortese tirare fuori argomenti come lo stipendio, i soldi spesi per un appartamento, u’automobile, un televisore nuovo, una vacanza in Turchia. Se ne può invece parlare in famiglia, in particolare quando bisogna fare il punto delle spese o se ci sono problemi finanziari. Tuttavia anche l’ammontare dello stipendio dei propri genitori risulta spesso essere un mistero per molti figli.
Questo perché gli abitanti di uno dei paesi più ricchi del mondo considerano il denaro come un oggetto da trattare con estrema cautela. I tedeschi mediamente hanno una paura terribile di perdere i loro soldi. Anche chi ne ha molti, a volte ha paura di usarli o di far vedere come sono stati utilizzati.
Risparmiare è uno dei fondamenti della mentalità tedesca, ben radicato nell´animo di ogni cittadino, trasversalmente alle generazioni e con poche differenze geografiche, anche se l’area di cultura protestante si comporta sicuramente con uno spirito ancora più parsimonioso del mondo cattolico. Lo si vede anche nell’atteggiamento della classe politica, che, al di là del colore di appartenenza, trova un comune denominatore proprio nel dovere del risparmio e dell´ottimizzazione delle risorse.
Questo atteggiamento nasce dal desiderio costante di stabilità e sicurezza, dalla paura per il rischio. Risparmiare era un obbligo propagandato già metodicamente nelle menti dei sudditi dell’appena costituito Impero in età guglielmina, ma che aveva le proprie radici ideologiche in epoche passate. Fare debiti è da sempre considerato disonorevole, quasi un peccato di fronte a Dio: non a caso nella lingua tedesca il termine Schuld significa sia “debito”, sia “peccato”. Nel XX secolo il periodo della repubblica di Weimar, con inflazione spaventosa e crisi economico-finanziaria, ha contribuito a rafforzare l’atteggiamento di cautela nei confronti del denaro e di terrore di fronte alla prospettiva dell´indebitamento.
La parsimonia dei tedeschi, che ha attraversato senza grossi cambiamenti il florido periodo del Wirtschaftswunder negli anni Cinquanta e Sessanta, è giunta intatta fino al XXI secolo anche come strumento virtuoso per superare altri momenti di crisi, non ultima la crisi finanziaria degli anni 2008-09, in contrapposizione all’allegra gestione dei paesi mediterranei. Sono gli stessi tedeschi che amano rappresentarsi come le brave “formiche”, che mettono da parte per i periodi di magra, mentre le “cicale” del Sud continuano a spendere e spandere.
Anche il modo di vivere nel quotidiano permette di osservare da vicino questa tendenza al risparmio. Soprattutto quando fanno acquisti, i tedeschi soppesano con attenzione ogni prodotto e ogni prezzo, anche a costo di comprare merci di modesta qualità. Ad inizio millennio una grande catena di prodotti di elettronica aveva lanciato lo slogan “Geiz ist geil!”, l´avarizia è bulla: il risparmio viene prima di tutto, non importa che cosa ci si porta a casa. Da qui è stato coniato il concetto di Geiz-Mentalität (mentalità avara), che sottolinea la sempre più marcata predisposizione dei tedeschi, soprattutto delle generazioni più anziane, ma non solo, a essere ossessionati più dal prezzo di un prodotto che dalla qualità del prodotto stesso.
Del resto non a caso la Germania è il paese che ha introdotto in Europa il concetto dell´hard discount. Marchi come Aldi e Lidl, ormai presenti in tutto il continente, sono nati proprio qui e hanno fatto leva su una filosofia di vita basata soprattutto sul risparmio che non sul godimento di un bene. Il tedesco medio è sempre attento alle offerte, ai ribassi: vi è una continua caccia alle “Schnäppchen”, le occasioni, che permettono di risparmiare qualche soldo, indipendentemente da cosa si compra. Il tedesco medio non ama spendere molto per mangiare fuori di casa e per l´alimentazione in genere (da qui i prezzi molto bassi di prodotti come la carne); compra capi di abbigliamento di poco prezzo e modesta qualità; se va in vacanza cerca sempre la tariffa più bassa, anche a costo di dormire in una topaia (salvo poi lamentarsene). Per concludere, proprio in Germania ha avuto un grande successo l´introduzione di linee private di trasporto su bus sulle lunghe distanze, che fanno una concorrenza spietata alle ferrovie proprio in virtù di prezzi molto più bassi, a fronte di un viaggio sicuramente più lungo e meno comodo. L’importante, però, è risparmiare!
(Massimo Minelli)