Religione

La dimensione religiosa, in tutti i paesi del mondo, è rilevante, presente in maggiore o minore misura nella vita degli esseri umani. Le differenze principali risiedono nel grado di pervasività sulla società, nella commistione o meno con gli aspetti quotidiani e quindi la conseguente mescolanza tra la vita spirituale e quella ordinaria.

Il cosiddetto “secolarismo” in molti paesi separa la religione dagli aspetti della vita sociale, giuridica, culturale di un essere umano e fanno sì che la dimensione spirituale appartenga all’intimità del singolo o del gruppo che volontariamente si riunisce per coltivare tale dimensione.

Al contrario, in alcuni credo come quello musulmano, la presenza religiosa irrompe nella vita quotidiana e, in maggiore o in minore misura, incide sui comportamenti e sulle azioni degli esseri umani.

In Sudan la dimensione religiosa accompagna la vita del cittadino giorno e notte, dall’alba al tramonto, cadenzando azioni, regole, aperture, chiusure, obblighi, diritti e doveri.

La dimensione religiosa permea la vita del sudanese in tutto e per tutto: nei saluti e nelle espressioni verbali, negli auspici, negli affari, nelle tempistiche, nei luoghi, negli spazi, nelle relazioni in genere.

In Sudan come detto vige la legge islamica, la Sharia. Non abbiamo la pretesa di ridurla a poche righe, ma sembra quanto mai opportuno in questo lavoro dedicarvi un approfondimento specifico ad uso pratico e istruttivo del lettore.

LA SHARIA:

Sharia significa letteralmente “sentiero”. Il termine “Sharia” appare nel Corano una sola volta “Allora ti abbiamo posto sul chiaro sentiero dell’ordine; seguilo e non seguire i capricci di quelli che non sanno” (45:18). La giustapposizione terminologica tra “sentiero” e “capricci” esprime esattamente l’intento di “salvezza e guida” portato dalla religione Islamica attraverso la rivelazione del Corano. L’origine divina rende questo sistema immodificabile (Corano, 10:15). In Sudan la Sharia è entrata in vigore nel 1983 e vige tutt’oggi. Trova la sua prima fonte nel Corano (parola di Dio), seguita dalla Sunna (tradizione e detti del Profeta).

La Sharia, secondo un punto di vista occidentale, potrebbe essere definita come “condotta lecita”, ovverosia: legge. Sharia, soprattutto in quei paesi dove trova applicazione normativa, equivale a dire “law”, poiché il Corano e, a seguire la Sunna, contengono una serie di principi che regolano tutti gli aspetti della vita (norme alimentari, comportamentali (individuali e collettive), diritto di famiglia: matrimonio, divorzio, testamento, norme successorie, diritto commerciale, diritto tributario, diritto penale, ecc). Proprio per questi motivi, comunicare efficacemente in Paesi in cui vige la Sharia rende fondamentale la conoscenza, seppur basica, dei principi in essa contenuti. Allorquando ci si trovi in compagnia di un sudanese (Musulmano), per una mera questione di cortesia, sarebbe necessario sapere che, ad esempio, non è consigliabile invitarlo a giocare a poker o discutere di questioni attinenti alla sfera privata-sessuale (verginità, sesso, omosessualità, ecc.) essendo temi fuori luogo, legati finanche ad aspetti penalistici alquanto vincolanti. Non è gradito sollevare dei dubbi su Dio, il Corano, il Profeta, essendo il Corano indiscutibile, immodificabile, rivelato da Dio al Profeta, tramite l’Angelo Gabriele.

Citando qualche esempio legato all’etichetta, lo sbadiglio senza mettere la mano davanti alla bocca è intollerabile, “Satanico”, e “se qualcuno sbadiglia, deve porre una mano a copertura della bocca” (Sunna Al Bukhari, Sunna Al Adab Al Mufrad), è sconsigliabile “soffiare sul cibo o sulle bevande calde (Sunna Al Bukhari), offrire cibi cotti con aglio poiché “chiunque mangi aglio non dovrebbe avvicinarsi alla Moschea” (Sunna Al Bukhari), né bere alcool e mangiare carni di maiale ed altri alimenti specifici (Corano, 2:219; 4:43; 5:3-4-5-6-90-91). È maleducato criticare o disprezzare il cibo (Sunna Al Bukhari), come è controindicato mangiare oltre le quantità necessarie per il sostentamento essendo “il cibo per due persone sufficiente per tre ed il cibo per tre persone sufficiente per quattro” (Sunna Al Bukhari).

La Sharia quale “sentiero”, codice morale, etico e comportamentale, accompagna la vita del Musulmano sin dalla prima sveglia, suggerendo con quale piede scendere dal letto (piede destro), fino al sonno ristoratore notturno, riportando che “quando il Profeta di Dio andava a dormire, era solito dormire sul fianco destro” (Sunna Al Bukhari et aliis).

SUFISMO:

Il Sudan è anche paese di numerose sette sufiche.

Il Sufismo è diffusissimo in tutti gli ambienti sociali e, probabilmente, esso ha permesso l’amalgama più morbido tra Islam e mondo africano nelle decadi passate. Il Sufismo è considerato un Islam più esoterico, estatico. La preghiera, i canti, i mantra, le danze sono predilette dai membri delle sette sufi, e praticati in genere nel giorno sacro del venerdì.

Ciò che rileva nella presenza del Sufismo in Sudan è la portata di non violenza e di resilienza che ispira i fedeli. Nel Sufismo si pratica “l’amore per Dio”, laddove un Islam più ortodosso predilige il concetto di “timore di Dio”.

Il contributo del Sufismo nell’aver forgiato negli anni una popolazione cordiale, ospitale, amichevole, inclusiva, in Sudan può essere considerato fondamentale.